In ricordo di Padre Gabriele

In occasione dei tre giorni di celebrazioni in ricordo di Padre Gabriele Digani, domenica 27 marzo – giorno in cui ricorre il compleanno di Padre Gabriele – ci siamo ritrovati alla chiesa di Brento per ricordarlo insieme ai parrocchiani del luogo a lui così caro.
Durante la commemorazione, queste le parole del Diacono Moreno Astorri.

Caro Padre Gabriele cari parrocchiani di Brento che lui ha tanto amato.
Qui è nata una delle prime comunità dell’Opera Padre Marella: subito dopo la guerra fu donato un terreno sul quale nacque la bellissima chiesa di Brento, oggi resa ancora più bella grazie all’aiuto dei brentesi, dalle vetrate e dagli arredi interamente prodotti da Gino Vignolo falegname di Brento.

Nel giorno dell’81esimo compleanno di Padre Gabriele facciamo festa. Se per noi cristiani la morte è un passaggio, un transito, dobbiamo pensare al padre presente e festeggiarlo come se fosse con noi.

Dirò due parole A nome dell’Opera Marella della comunità la sorgente e di tutti noi che l’abbiamo conosciuto e avuto.

Abbiamo fatto festa sia venerdì che ieri. Venerdì 25, data della sua morte,  all’angolo di via Drapperie abbiamo suonato e cantato insieme a Fausto Carpani e Giovanni Tamburini. Sabato 26 invece abbiamo fatto festa in via del lavoro intitolando la casa proprio a Padre Gabriele Digani, c’era molta gente tra cui il vicario don Giovanni Silvagni, il vescovo, alcuni preti francescani del suo ordine dei frati minori,  il direttore dell’Antoniano fr Giampaolo Cavalli, i diaconi che stanno facendo i turni all’angolo e fr Mario Vaccari direttore dell’Opera Marella fino al 24 febbraio, data in cui è stato nominato da Papa Francesco  vescovo di Massa Carrara.

Riflettendo su cosa dire di Padre Gabriele ho pensato a quante volte diamo per scontate le cose: come una mamma che sta diventando anziana, anche la mia, che mi ha amato e supportato per tutta la vita e dai per scontato che sia così, che ci sia sempre e sempre ci sarà per me che per i miei figli. Non metti in dubbio neanche per un secondo la sua presenza e sai che solo quando non ci sarà più ti accorgerai di cosa ha fatto per te.

Ecco, per padre Gabriele è stato così: abbiamo sempre dato per scontato quello che lui faceva.

Solo per citarne alcune: tutte le domeniche pomeriggio veniva a Brento sia con la pioggia, che con la neve o il vento o 40 gradi all’ombra, niente lo fermava.

La sua presenza all’angolo: abbiamo sempre dato per scontato la sua presenza all’angolo, ma personalmente solo dopo che mi sono seduto lì ho capito il significato e il valore di quella sua presenza, di essere lì nonostante il freddo e le intemperie.

Fino a ieri persone in lacrime per la sua perdita, anche le offerte raccolte le abbiamo date per scontate, tanti soldi, vi assicuro che quando è venuto a mancare ce ne siamo accorti.

L’amore per la sua Opera Marella e per portarne avanti il messaggio d’amore e la memoria di padre Marella, una cosa per noi scontata ma in cui lui ha perseverato con passione fino alla fine.

Queste solo per citarne alcune.

Dopo la sua perdita abbiamo vacillato e abbiamo pianto, ci siamo anche chiesti “e adesso come facciamo” e a distanza di un anno il ricordo è vivo però non piangiamo più. Se un po’ lo conosciamo, sappiamo che lui non sarebbe stato d’accordo per un lungo lutto e ci avrebbe detto, con il suo tono, “adesso basta piagnucolare, datevi da fare”. Infatti ci siamo rimboccati le maniche e siamo andati avanti.

Vorrei ricordare di lui altre sue virtù.

La sua fede incrollabile, una fede molto evangelica poco canonica – un po’ come Marella – una fede di tutti i giorni e non solo della domenica come la nostra.

La sua speranza: confidava ciecamente nella provvidenza quasi in maniera incosciente, tante volte si mostrava sicuro di sé di fronte a difficoltà economiche serie e diceva “vedrete che la provvidenza ci aiuterà, la provvidenza aiuta sempre chi si prende cura dei poveri”, ne era certo.

La sua carità accoglieva tutti, aiutava tutti sempre, una carità aperta non giudicante.

La sua testardaggine diceva di sé che era cocciuto: quando voleva una cosa lottava con le unghie e con i denti per averla, come ad esempio il Museo di via Piana che ha voluto a tutti i costi, “li è cominciata l’Opera di Padre Marella”.

Il suo coraggio: una delle ultime cose che ci ha detto quando stavamo lavorando sullo statuto per affiancarlo è stata “…abbiate coraggio…”. Quel coraggio buono di seguire il vangelo, di non accontentarsi delle cose mediocri, di fare il nostro compitino e poi basta, quello di andare avanti anche quando si è stanchi, anche quando sembra impossibile.

Quando si vive assieme si assumono un po’ le caratteristiche di chi vive con noi. Quello che ci auguriamo è di aver imparato un po’ da lui e di aver ereditato alcune delle sue belle virtù.

Ringraziamo per tutto Padre Gabriele del suo prezioso servizio.

Grazie Signore di avercelo donato.”

Moreno Astorri